Cosa sono e a cosa servono i Big Data

Ieri sera mi sono concessa una serata relax, divano, popcorn e un classico film su Netflix. L’idea mi è venuta quando, rovistando tra le email, ho trovato i consigli di Netflix che come sempre erano perfettamente in linea con i miei gusti.

Ma come fa Netflix a conoscere così bene i nostri gusti? Semplice, raccoglie e analizza i dati basati sui nostri comportamenti. Ogni volta che usiamo il nostro smartphone, la nostra carta di credito, la nostra tessera punti del supermercato, produciamo dati. Una quantità enorme di dati. Con le nostre azioni quotidiane ci lasciamo dietro una scia di informazioni che per le aziende, ma non solo, sono inestimabili. Perché più notizie si hanno su un dato argomento, più precise saranno le analisi sui nostri gusti, preferenze e abitudini e sempre più perfetti saranno i prodotti che ci verranno proposti.

So che l’argomento può suscitare qualche perplessità riguardante la protezione della propria privacy. E’ ancora fresco lo scandalo di Cambridge Analytica che ha investito Facebook e ci ha fatto tutti correre ai ripari per la paura che ci venissero rubate le nostre informazioni più intime. Ma in realtà, come abbiamo appena visto, qualunque nostra azione produce dati, non solo quando stiamo su internet. Tessere supermercati, raccolte punti, acquisti con la carta di credito, sono tutte azioni con cui noi lasciamo delle tracce. Tutte queste tracce hanno un nome e una definizione, sono i famosi Big Data.

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Una definizione per i Big Data

I Big Data sono informazioni che ci permettono di avere una visione completa di un determinato argomento. La raccolta di dati e informazioni è utile per tante cose, soprattutto per dare una visione più ampia del problema che si affronta. L’analisi di una grande quantità di dati è molto più utile per trovare le soluzioni ai problemi e per limitare al minimo l’errore. In questo senso i Big Data sono considerati elementi preziosi, perché, grazie alla loro raccolta ed analisi, si può arrivare a soluzioni complete, riducendo la probabilità di errore al minimo. Non si tratta più di lavorare su un campione di dati, come accadeva in precedenza, ma di avere sotto mano tutte le informazioni esistenti su quella specifica situazione.

Per cercare di dare una definizione si può dire che i Big Data sono enormi volumi di dati che provengono da diverse fonti e che possono essere utilizzati per risolvere tutta una serie di problemi che prima non si era in grado di risolvere. I Big Data sono lo specchio della realtà delle nostre abitudini e comportamenti.

Il concetto di conservare e catalogare un grande numero di elementi per analizzarli e usarli non è certo nuovo. Ma una definizione vera e propria la troviamo solo intorno agli inizi del 2000, quando l’analista Doug Laney dà una spiegazione dei Big Data attraverso le 3 V, volume, velocità, varietà, che racchiudono le loro caratteristiche principali.

  • Volume: sappiamo che ogni giorno, in ogni istante, vengono raccolti una quantità enorme di dati, un volume smisurato, che grazie alle nuove tecnologie possono essere archiviate e conservate senza problemi.
  • Velocità: questi dati viaggiano ad una velocità altissima, per questo motivo devono essere gestiti in maniera efficiente e repentina, per assicurare una gestione quasi in tempo reale.
  • Varietà: questi dati arrivano da diversi tipi di fonti, in qualsiasi tipo di formato, da quelli più classici, che sono strutturati ed espressi in numeri, ai più svariati come testi, immagini, video, audio, transazioni finanziare per fare alcuni esempi.

Negli ultimi anni alle famose tre V ne sono state aggiunte altre due, strettamente collegate tra di loro e che riguardano il valore e la veridicità, perché sappiamo benissimo che questa montagna di dati ha un altissimo potenziale, tanto da definire il valore stesso dell’azienda che li possiede. Ma per essere funzionali devono rispecchiare la realtà, devono essere reali. Solo così potranno essere utilizzati in maniera efficiente.

A cosa servono esattamente i Big Data?

Tutta questa marea di informazioni promette di essere la vera svolta della nostra vita futura. Effettivamente la loro implementazione è veramente infinita. Dal campo medico e scientifico al marketing, fino a quello riguardante le nuove tecnologie.
Il volume dei dati aumenta sempre più e diventa sempre più importante essere in grado di interpretarli.

Avere a disposizione una così grande quantità di informazioni, accessibili ed economiche, permette di prendere decisioni sempre più precise e previsioni di comportamento più vicine alla realtà. Ma non è sufficiente possedere i dati, perché presi da soli non creano significato. Devono, invece, essere interpretati per poterne capire il valore e intuire come possono essere implementati per migliorare la vita di tutti noi. Dietro l’uso dei Big Data c’è un grande studio, un’analisi profonda, volta a comprendere queste informazioni.

Applicazione dei Big Data alla vita quotidiana

Per capire a fondo a cosa servono i Big Data e come intervengono nella nostra vita torniamo per un momento a Netflix che rappresenta un ottimo esempio di come l’utilizzo di tante informazioni abbia rivoluzionato un servizio e il cui punto di forza è quello di anticipare i desideri dell’utente.

Netflix è infatti molto famosa per il suo algoritmo che produce raccomandazioni quasi perfette per gli utenti, ma non solo. L’idea vincente del gruppo è stata sicuramente quella di offrire al pubblico ciò che bramava di più. Ma come hanno fatto a scoprirlo? Il segreto del suo successo saranno le intuizioni geniali? Certo, sicuramente contano anche quelle, ma più probabilmente è stato lo studio dei Big Data a portare gli analisti a suggerire di dare alle persone ciò che più desideravano: la possibilità di fare vere e proprie full immersion nelle loro serie tv preferite. Infatti su Netflix non esistono episodi nuovi ogni settimana, quando esce una serie la si trova tutta bella e pronta lì ad aspettarci. Ognuno di noi è lasciato libero di decidere come guardarla. Io sono per le scorpacciate, per esempio.

Ma a parte il mondo dell’intrattenimento, l’uso dei Big Data ha implicazioni notevoli in tanti altri settori. Partendo dal marketing, dove i dati sono sempre stati considerati preziosissimi. Questo volume spropositato di Big Data consente di perfezionare la customer experience personalizzando sempre più i servizi offerti ai singoli, anticipandone i bisogni e agendo sull’efficienza del problem solving.

Anche in campo medico ci sono possibilità infinite di utilizzo dei Big Data. Alcuni dati vengono implementati per fare diagnosi che arrivano molto prima dei risultati delle analisi di laboratorio e sono altrettanto precise. Ma le implicazioni sono veramente infinite. Usare in maniera efficiente i Big Data significa essere in grado di predire quali malattie potrebbero colpire una determinata persona e cercare di lavorare per prevenirne le complicazioni.

I Big Data offrono un’opportunità concreta per lo sviluppo di nuove tecnologie come le auto senza conducente o lo sviluppo delle Intelligenze Artificiali. I computer saranno in grado di prendere decisioni, sempre più corrette, da soli, in modo completamente autonomo.

Le implicazioni nell’uso dei Big Data è pressoché infinito e siamo certi che nel giro di qualche tempo cambieranno in maniera molto più tangibile la nostra vita. Signori e signore, mettevi comodi. Siamo solo all’inizio.

Monica Curreli