Una guida ad Upwork. La piattaforma leader nel mercato dei freelance

Mai come in questi anni le professioni in versione freelance stanno conquistando il cuore e il mercato del lavoro. Soprattutto per quelle specializzazioni che non richiedono una presenza costante e diretta in azienda o di fronte al cliente.

Li chiamano i nomadi digitali e sono tutte quelle persone che offrono le loro competenze senza avere un luogo di lavoro fisso o una scrivania in un ufficio. Qui sta la grande differenza che separa questa generazione da quelle passate, più orientate verso il posto a tempo indeterminato e poco incline ai cambiamenti. La generazione odierna non ama sentirsi incatenata in ruoli troppo definiti ed è riuscita ad affrontare in questo modo una lunghissima crisi del mercato del lavoro, reinventandosi in professioni sempre più nuove e al passo coi tempi.

upwork

Certo, la libertà, il poter lavorare in pigiama da casa, non avere orari ed essere padroni di sé stessi è una gran bella conquista, ma non sempre è tutto ora quel che luccica. Trovare delle commesse e dei clienti per cui lavorare non è facile come può sembrare. Il mercato, a tratti, è saturo, le persone sono sempre più competitive tra di loro e far incrociare domanda e offerta può diventare una corsa ad ostacoli.

Per questo negli ultimi anni sono nati tantissimi portali che promettono di diminuire questo divario e, in linea con le nuove tendenze, mettono in contatto tra di loro aziende che hanno la necessità di determinate skills per progetti di lunga o media durata e giovani professionisti freelance in grado di offrire queste competenze. Oggi vogliamo parlarvi, dunque, di uno dei colossi tra queste piattaforme: Upwork.

Come funziona Upwork

Upwork è la nuova azienda nata dalla fusione di Elance e oDesk e vanta circa 10 milioni di freelancer e circa 4 milioni di clienti in cerca del professionista perfetto. Insomma, un bel bacino di utenti che può rivelarsi un utile trampolino di lancio soprattutto a chi è alle prime armi o vuole cimentarsi nel mondo del freelancing prima abbandonare un lavoro sicuro.

Iniziare ad utilizzare Upwork è semplice ed intuitivo. A patto di masticare un po’ di lingua inglese. Il portale, infatti, è concepito su scala mondiale e per questo è possibile imbattersi in progetti e futuri clienti che, magari, ci ricercano dagli Stati Uniti o dal Canada.

L’iscrizione è gratuita, a meno che non si voglia optare per un abbonamento professional, in grado di dare maggior visibilità al nostro profilo e alle nostre competenze. In fase di registrazione viene chiesto di inserire una propria foto, scrivere una descrizione accurata del proprio lavoro, che riesca a centrare il fulcro di ciò che realmente sappiamo fare e colpisca in modo positivo i futuri clienti.

Inoltre, è possibile inserire un “profile rate” approssimativo, cioè una paga oraria base, in modo che chi analizza il nostro profilo sia a conoscenza anche dei costi che dovrà sostenere per il nostro servizio. Tra le varie possibilità offerte da Upwork c’è anche quella di registrarsi come agenzia, nel caso foste una realtà più organizzata e non una semplice persona fisica. Anche i profili social possono essere inseriti all’interno del nostro profilo e questa può dimostrarsi una scelta vincente, soprattutto se li utilizziamo per far crescere la nostra professione.

Una volta completata la fase iniziale, possiamo cominciare quella più divertente: ovvero cercare i progetti che rientrano tra le nostre aree di competenza. Ogni progetto contiene al suo interno un briefing più o meno dettagliato, con la descrizione, la durata e le capacità richieste al freelance.

A questo punto possiamo scegliere se inviare al cliente una proposta, anch’essa dettagliata, comprensiva anche del preventivo che vogliamo presentare. E’ forse questo il momento più cruciale e importante per riuscire ad ottenere l’incarico, in quanto possiamo far mostra di quelle che sono le nostre conoscenze e le nostre specializzazioni, ma anche interagire con il cliente per fornire spunti interessanti e idee di realizzazione del progetto stesso.

Come se fossimo ad un reale incontro di lavoro e dovessimo convincere chi abbiamo di fronte che siamo la persona giusta al momento giusto. Una volta che il progetto ci viene assegnato e viene portato a termine, Upwork trattiene una commissione del 20% sull’intero budget. E questo è un dettaglio che va considerato attentamente quando inviamo il preventivo al cliente.

Upwork è un sistema molto intuitivo e può rivelarsi un’ottima fonte di guadagno quando ci troviamo alle prese con i primi lavori da freelance. Vero che è un portale che va seguito con attenzione e costanza, per poter crescere agli occhi dei clienti che ricercano freelance con le nostre caratteristiche e non perdere di vista i progetti in essere. Può essere anche utile monitorare i nostri competitors, per capire come si offrono al mercato e come vendono il loro lavoro.

Nonostante Upwork sia una delle piattaforme più valide, vi avvertiamo che, a lungo andare, potreste decidere di abbandonarla, come hanno fatto tanti altri, a causa della bassa remunerazione dei progetti. Upwork è un portale sicuro, che garantisce i pagamenti, ma va da sé che è ancora lunga la strada perché le professioni legate al digitale e al mondo dei freelance possano trovare le gratificazioni che meritano. Questo è solo un piccolo monito, ma armatevi di pazienza, perché il freelancing ne vale la pena. Parola di freelance.

Giulia Salis