Che Google sarebbe senza Ruth Kedar

Già: chissà come sarebbe Google se il suo logo non fosse stato progettato dall’artista e designer Ruth Kedar.
È a questa artista, architetto e designer nata in Brasile, vissuta in Israele ma molto attiva anche negli Stati Uniti, oggi sessantacinquenne, che si deve il visual del logo che ci ha accompagnato negli ultimi vent’anni e sul quale abbiamo posato innumerevoli volte lo sguardo a partire dal 31 maggio del 1999.

Le cose sono andate così: nel 1998, quando Ruth Kedar aveva un ruolo di assistente alla Stanford University della California, due studenti stavano cercando qualcuno che li aiutasse a delineare il loro nuovo brand e un amico comune li fece conoscere.

nuovo-logo-google

Era da poco tempo che i due studenti avevano cambiato il nome della loro società giocando sul significato del termine che indica il numero uno seguito da cento zeri, e questo con lo scopo di far intendere agli utenti che il motore di ricerca da loro ideato poteva fornire rapidamente una gran quantità di risultati tra i siti presenti in rete.

Si trattava di Larry Page e di Sergey Brin, allora giovani studenti che sono poi passati alla storia come i fondatori di Google, il motore di ricerca divenuto in pratica il più famoso e il più utilizzato in tutto il mondo. Furono loro a chiedere alla Kedar di provare a fornire qualche idea per la giovane creatura nata il 27 settembre 1997 e che, appunto, avevano infine deciso di chiamare “Google!”.

Il loro scopo era quello di avere un logo che ben differenziasse il loro motore di ricerca dagli altri in uso all’epoca (Yahoo, Excite, HotBot, LookSmart, Lycos) e che facesse intendere che il loro non fosse un marchio convenzionale, ma diverso da tutti gli altri.

È così che, dopo diversi prototipi, la Kedar arrivò a quello che, con alcuni piccole varianti nel corso del tempo, è stato il logo che ha caratterizzato il brand fino al 2015, momento in cui si è deciso di cambiarlo radicalmente, innanzitutto passando dal Catull (il carattere scelto dalla Kedar) a un più semplice e lineare Product Sans, che più si adattava ai diversi utilizzi del logo richiesti nel frattempo.

Un design iniziale giocato soprattutto sul carattere tipografico (un Catull personalizzato, che si differenziava dai font preferiti al tempo, tra i quali soprattutto il Times Roman, con delle “grazie” che però non rendevano il logo troppo pesante né troppo sofisticato, ma anzi giocoso e quasi “infantile”) e un’immagine alla fin fine semplice ma ben riconoscibile, che ha avuto il pregio, come tutte le opere che hanno più successo, di essere longeva e di contraddistinguere fin dai suoi esordi e in modo inequivocabile uno dei brand più iconici dei nostri tempi.

Creatrice di vari prodotti per Adobe, Ruth Kedar è stata anche insegnante, tra i fondatori di Art.Net e artista pluripremiata per opere esposte a livello internazionale, ma è la creazione del logo di Google che ha fatto sì che una sua opera passasse sotto gli occhi di miliardi di persone in tutto il mondo (e spesso e volentieri anche più volte al giorno, visto che si è calcolato che quotidianamente ogni utente veda il marchio di Google da una a trenta volte…), facendola rientrare, senza ombra di dubbio, nella storia del graphic design.

Alessandra Buschi