L’importanza del Personal Branding nel marketing contemporaneo

Il personal branding, ovvero la messa in pratica di azioni di marketing su stessi, potrebbe sembrare un atto di pura vanità. Tuttavia, che tu ne sia consapevole oppure no, probabilmente hai già un personal branding. Basta una ricerca veloce su Google per avere subito una panoramica sull’impressione che le persone possono avere di te: cosa dicono il tuo profilo Facebook, Instagram o LinkedIn? Di fatto, tutte le informazioni trovate nel web contribuiscono a raccontare la tua storia. Per questo vale la pena scegliere scientemente quale “direzione” dare a tutti questi dati estremamente sensibili.

Il personal branding è importante a ogni livello, dal semplice impiegato all’imprenditore, fino all’AD di una multinazionale. Tutti, in fondo, dobbiamo promuoverci e vogliamo che il mondo veda un mix della nostra capacità, esperienza e personalità. Grazie a questa immagine possiamo decidere e indirizzare le opinioni altrui. Perché come dice Jeff Bezos, fondatore di Amazon, “il tuo brand è quello che dice la gente quando non è con te nella stessa stanza”.

Un concetto relativamente recente

Il termine personal branding è stato usato per la prima volta verso la fine degli Anni Novanta, in un saggio di Tom Peters intitolato The brand called you. “Siamo AD di noi stessi”, diceva l’autore. “La scarpa da ginnastica che indossi: basta guardare lo swoosh laterale per far sapere a tutti che sei stato marchiato. La tazza d’asporto di caffè che tieni in mano: ah, quindi sei una donna a cui piace Starbucks”.

In poche parole, siamo tutti dei testimonial viventi di qualche brand e ora più che mai è il momento giusto per copiare e adattare sulla nostra pelle la strategia delle grandi aziende. La buona notizia è che tutti abbiamo la possibilità per emergere e spiccare nella folla, basta sapere come fare.

A cosa serve il personal branding?

Quando senti o vedi ripetere incessantemente una pubblicità in tv o alla radio, l’azienda non sta cercando di venderti un prodotto in quell’istante specifico. Lo fa perché tu ti possa ricordare del brand quando vai a fare la spesa o fai shopping online. Non importa quale specifica linea di prodotto o servizio tu scelga: è la fedeltà l’obiettivo. Lo stesso vale per il tuo personal brand: devi riuscire a colpire i potenziali clienti e fare in modo che il tuo nome sia il primo che gli passi per la mente in caso di bisogno.

Avere consapevolezza dei propri punti di forza è il primo passo per costruire un personal branding. La sicurezza nasce proprio dalla capacità di individuare quelle precise qualità che danno credibilità al tuo marchio. Esaltandole, togli contemporaneamente attenzione dai punti deboli, che non devono mai trasparire. Da un certo punto di vista, il tuo marchio personale rappresenta il motivo per cui la gente dovrebbe ricordarsi di te.

Le ragioni per cui dovresti comprendere e definire il tuo personal brand sono tante e potrebbero aggiungere grande valore alla tua professione e alla tua vita. Un marchio personale ti aiuta infatti a:

  • Costruire un tuo gruppo, formato da persone che condividono i tuoi stessi valori
  • Avere interazioni più “umane” con gli altri
  • Distinguerti tra altri individui che ricoprono un ruolo simile al tuo
  • Capire meglio i tuoi punti di forza e le debolezze
  • Aumentare la sicurezza nelle tue capacità.

Negli ultimi anni ci si è spostati sempre di più sull’esaltazione delle singole figure anche in grandi multinazionali. Basti pensare al caso di Steve Jobs, che ha saputo usare il personal branding a suo vantaggio ancor prima che il concetto stesso venisse creato, diventando l’incarnazione della Apple. E poi ci sono stati Bill Gates con Microsoft o Elon Musk con Tesla: oggi più che mai è di vitale importanza che un manager stabilisca un contatto diretto con i clienti.

Spostando l’attenzione su di sé, deviandola da quella generalmente posta solo sull’azienda, si diventa influenti. L’obiettivo è di spingere il target di riferimento a immedesimarsi, ispirando una sorta di desiderio di emulazione.

Il personal branding passa dai social media

Uno dei modi più facili per diffondere il proprio nome consiste nell’essere facilmente raggiungibili. E cosa c’è di meglio, se non i social media, per farsi notare? Innanzitutto, occorre decidere quali, però. Investire grandi energie su ogni network sarebbe sfiancante, oltre che inutile. A seconda delle tue inclinazioni, meglio decidere il canale su cui focalizzarti e rimuovere ogni contenuto che potrebbe in qualche modo nuocerti.

Tutti hanno una carta vincente: qual è la tua? Focalizzati su quello che davvero ti distingue e usalo a tuo vantaggio. Ci sono esperti di informatica che hanno sfruttato la loro conoscenza per costruire un personal brand che oggi vale milioni di euro, ma può trattarsi di qualunque altro campo.

Posta e condividi sui social network regolarmente, aiutandoti anche con app e strumenti che ti consentono di programmare efficacemente. Ogni contenuto condiviso deve essere curato nei minimi dettagli, in maniera professionale, ma allo stesso tempo deve essere percepito in maniera naturale. La spontaneità è infatti il vero ingrediente segreto per il successo di una strategia di personal branding, ma mai senza un contesto accuratamente posizionato.

Grazia Berva

P.S.: Se ti serve un aiuto per gestire il tuo personal branding, puoi consultare i nostri servizi per influencer. Per una lettura critica del concetto di personal branding puoi leggere invece l’articolo di Alka sulla tematica.