Perché Just Eat ha deciso di concedere prestiti ai ristoranti

Era solo una questione di tempo, questo lo si era previsto da tanto, perché le startup iniziassero ad interessarsi al settore bancario, iniziando a far concorrenza ai grandi colossi del settore. In un periodo in cui le banche faticano ad appoggiare le imprese e far crescere l’economia reale, ecco che si affacciano sul mercato nuovi competitors, che sono al passo con i tempi e che portano con sé un enorme numero di clienti fidelizzati. Gli stessi clienti che conoscono il marchio e usano il loro servizi tutti i giorni. Non c’è da stupirsi, quindi, se il colosso inglese del food delivery, Just Eat, ha stretto un’alleanza con Funding Circle, una delle più grandi e importanti società di peer-to-peer lending per mettere insieme le forze e allargare le possibilità di business.

just eat

L’alleanza con Funding Circle

La fortuna di Funding Circle si costruisce all’indomani dello scoppio della crisi dei mutui Subprime, che rischiava di strozzare l’economia delle piccole medie imprese. Quando la società inglese inglobò l’impresa fondata da Sam Hodges, Emergence Lending Network, una rete di prestiti online peer to peer, lo scopo fu subito chiaro. Si voleva creare una via alternativa per finanziare le piccole medie imprese, che surclassasse le banche e le loro logiche complesse. La fusione fu un tale successo che portò ad una crescita esponenziale del giro economico e che continua a crescere ancora oggi allargando i propri interessi.

Qui entra in gioco il colosso del food delivery. La necessità di Just Eat di diversificare il suo business, anche a causa della forte concorrenza del mercato, e la ricerca da parte di Funding Circle di nuovi strumenti di investimento, hanno portato a questa unione che si prevede fruttuosa e particolarmente interessante. Il colosso delle consegne a domicilio Just Eat, infatti, mette sul piatto un enorme patrimonio, una risorsa estremamente preziosa, che fa gola a tanti: i dati sui suoi clienti ristoratori. Just Eat inoltre può contare su un rapporto di fiducia con i suoi clienti, anche per gli strumenti utilizzati. La loro applicazione, l’interfaccia che mette in contatto i ristoratori con i clienti, è semplice e ci si entra subito in confidenza. Non è uno strumento complesso come quello messo a disposizione delle banche, che ancora oggi continuano a porsi su un gradino superiore rispetto al cliente.

Just Eat al servizio delle piccole medie imprese

Con più di 14 milioni di clienti, Just Eat ha un volume molto superiore a quelli di moltissime banche. Inoltre ha, grazie ai Big Data di cui è in possesso, una conoscenza ottima e reale delle situazioni economiche dei ristoranti inseriti nel suo circuito. Questo è, ovviamente, un ottimo punto di partenza per concedere dei prestiti a delle aziende che vengono ritenute solide e la cui crescita e sviluppo farà aumentare la loro potenzialità al commercio, contribuendo ad incrementare i guadagni.

La maggior parte dei clienti del colosso inglese sono piccoli ristoranti a gestione familiare, a cui le banche non concedono più prestiti tanto facilmente, nonostante si tratti di realtà solide con cui fare degli investimenti a basso rischio. Essendo a conoscenza del volume di affari di ogni singolo ristorante, Just Eat possiede dati importanti sulla solidità delle aziende presenti nel suo circuito. Mettere in campo questi dati e condividerli con Funding Circle crea nuove opportunità di investimento. Offrire un’alternativa di credito rispetto agli istituti bancari significa appoggiare la crescita delle piccole medie imprese che sono, soprattutto in un paese come l’Italia, il motore dell’economia. Per il momento i prestiti vengono erogati solamente in Gran Bretagna, ma il successo dell’idea fa ben sperare in un futuro allargamento del servizio.