Gli influencer del settore travel soffrono la crisi del turismo?

Ripartiamo dall’Italia, dal nostro territorio e dalle nostre bellezze. È stato più o meno questo il mantra che ci siamo sentiti ripetere in questi lunghi mesi di pandemia e che ancora affollano le menti e le preoccupazioni di chi con le bellezze del nostro territorio ci lavora. Parliamoci chiaro: uno dei settori maggiormente colpiti dal Covid è stato quello del turismo. Ogni ramo e declinazione della filiera ha subito contraccolpi difficili da superare e, nonostante quello che abbiamo vissuto in Italia sia stato un agosto abbastanza remunerativo dal punto di vista turistico, in realtà la strada è decisamente in salita. Piccole e grandi imprese lamentano un crollo nei bilanci ed è complicato immaginare un prossimo futuro roseo, nonostante gli sforzi.

viaggio italia

Tra coloro che si sono trovati in mezzo in questo folle tracollo economico e produttivo sicuramente ci sono anche i travel blogger e i travel influencer, quelli cioè che dei contenuti digitali su viaggi e territorio ne hanno fatto una professione.

Io riesco ad immaginarli bene alla notizia della chiusura di porti e aeroporti, intrappolati in un sistema senza vie di uscita e senza, ovviamente, progetti nuovi all’orizzonte. Questo però era l’inizio della pandemia. Era marzo, o forse gennaio per coloro che si occupavano di Oriente. Oggi le cose sono cambiate, sono leggermente migliorate e questo grazie alla trasformazione stessa del settore.

La crisi e la pandemia, infatti, hanno portato ad una rivoluzione del business legato al turismo che del marketing ad essa associato. Si è passati dalla voglia di scoprire e di sognare luoghi lontani ed esotici a promuovere principalmente il proprio territorio. Il turismo di prossimità, quello fatto a pochi chilometri da casa.

In questo contesto si inserisce anche la figura del nuovo viaggiatore, il “turista 4.0”, a cui le azioni di marketing si rivolgo in modo essenziale. È il turista che ha voglia di vivere un’esperienza, di sentire collegato maggiormente alla comunità, in cui offline e online si confondono e l’elemento umano prende il sopravvento.

Qui entra in gioco il travel influencer o il travel blogger, due figure diverse che si completano e si avvicendano. Perché, nell’orrore di quello che è la crisi economica, ogni tipologia di mercato ha riscoperto l’infuencer marketing e il marketing di contenuti e il settore travel ne rappresenta la prima conferma. Questo perché le persone hanno sempre un maggior bisogno di fiducia negli altri e il racconto diventa la conferma di un qualcosa da voler vivere sulla propria pelle.

È vero, il turismo soffre complessivamente una grossa crisi, ma alcuni influencer, insieme ad alcuni operatori, hanno saputo trasformarla in un’opportunità. Come? Andando a raccontare i territori nostrani, in modo quasi semplice e genuino, immediato e spontaneo. Lo hanno fatto attraverso campagne dagli hashtag #ioscelgolitalia, declinato poi in ogni singola regione italiana, con contenuti in grado di attrarre un numero sempre più crescente di persone, sensibili ancora di più al tema della ripresa. In questo ambito, poi, non contano i numeri. Certo, Chiara Ferragni è riuscita a risollevare i numeri degli Uffizi di Firenze, ma nel travel marketing c’è posto anche per i micro e nano influencer, che proprio grazie alla loro credibilità e maggior vicinanza al territorio hanno saputo e sanno dar un tono ancora più forte e caratterizzante alla storia di un luogo.

I travel influencer hanno saputo sostenere il turismo italiano e hanno colto questa occasione per sondare nuovi modi di fare comunicazione. E in questo sta la bellezza della fluidità del marketing.

Giulia Salis