Come lavorare da freelance senza partita Iva

Per chi si chiedesse se è possibile lavorare da freelance senza aprire partita Iva, considerando anche che i vaucher sono stati aboliti, la risposta è sì, ma solo nel caso in cui si rispettino alcuni parametri e limitazioni.
Si tratta del lavoro autonomo occasionale, le cui specifiche sono indicate dall’art. 54-bis del Decreto legge n. 50/2017, convertito dalla Legge n. 96/2017, che considera il lavoro svolto da coloro che, senza vincoli di subordinazione con un committente (benché non vi sia obbligo di specificare la durata della prestazione, l’indicazione è che non si può avere un vincolo con un committente per più di trenta giorni all’anno), che non svolgono un lavoro che richiede un’iscrizione a un albo professionale e che realizzano un’attività non in modo continuativo o organizzato con orari e sedi, ma in modalità occasionale e, nell’arco di un anno, abbiano un ricavo che non superi i cinquemila euro.
Il tutto senza la complicata gestione burocratica e contabile che l’apertura della partita Iva implica (compresi studi di settore, spesometro, redditometro, acconti sulle tasse, spese per il commercialista e contributi previdenziali), se non l’emissione di una ricevuta per prestazione occasionale che considera una ritenuta d’acconto del venti per cento. Ciò a meno che non si tratti di un lavoro svolto per committenti privati o esteri, per i quali non c’è neanche bisogno di applicare la ritenuta.
Questa è scomputabile dall’IRPEF in sede di dichiarazione dei redditi e il versamento viene fatto dal committente allo Stato con il modello CU.
In pratica verrà prodotto un documento in carta libera che indichi i dati anagrafici e il codice fiscale del prestatore di lavoro autonomo occasionale e quelli del committente, la tipologia della prestazione svolta, la cifra lorda pattuita, l’ammontare del venti per cento della ritenuta sulla cifra netta e la cifra al netto che spetta al freelance.
Da ricordare che se l’importo lordo supera i settantasette euro e quarantasette centesimi, sulla ricevuta per prestazione occasionale dovrà essere applicata una marca da bollo da due euro.
Allo stesso modo, se per l’attività svolta si sono sostenute spese che il committente deve rimborsare, se si allegano i documenti che le comprovano, queste possono essere inserite nella ricevuta senza applicare la ritenuta d’acconto. In questo caso, sulla ricevuta verranno indicati il compenso lordo della prestazione, il rimborso spese, la ritenuta d’acconto del venti per cento solo sul compenso lordo e il totale da pagare, cioè il compenso lordo meno la ritenuta d’acconto più il rimborso spese.

freelance senza partita iva - Web Crew
Nel caso in cui si superino i cinquemila euro annui, è comunque possibile continuare a essere in regola: basta infatti iscriversi alla gestione separata dell’INPS e versare i contributi solo sulla parte che eccede i cinquemila euro.
Ci sono poi delle eccezioni: qualunque sia l’importo annuo, il freelance che ha redditi da lavoro autonomo per cessione di diritti d’autore (traduttore, scrittore, blogger, copywriter, autore televisivo…), non ha bisogno neanche di iscriversi alla gestione separata dell’Inps e ha diritto ha una riduzione del venticinque (o del quaranta per cento se si hanno meno di trentacinque anni) della base imponibile.
Una valida alternativa, quindi, all’onerosa e non sempre conveniente apertura della partita Iva per poter lavorare da casa in autonomia pur essendo in regola.

Alessandra Buschi