Le risorse del fervente ecosistema startup israeliano

Attualmente, nella maggior parte dei paesi al mondo, lavorare nel settore dell’alta tecnologia è un privilegio ed essere un imprenditore nel mondo dell’high-tech suona quasi come un’utopia. Eppure, se vivi in Israele, tutto ciò diventa la norma e probabilmente il tuo vicino di ombrellone, con il quale ti sei fermato a scambiare quattro chiacchiere ieri, lo vedrai comparire domani in un articolo su Forbes che elenca i ’10 CEO di successo da tenere d’occhio nel 2018′.

ecosistema startup israele

La tecnologia e l’intero ecosistema che la circonda, sono infatti uno tra i principali elementi distintivi che caratterizzano Israele, da molti conosciuta come la Startup Nation.
Ecco alcune curiosità sulla cosiddetta nazione delle startup, relative all’ecosistema tech:

  • In proporzione alla sua popolazione, Israele conta il maggior numero di startup al mondo. In termini assoluti, Israele rientra tra i tre paesi con il maggior numero di startup, secondo solo agli Stati Uniti.
  • Israele ha la percentuale più alta al mondo di computer pro capite.
  • Moltissime app che utilizziamo ogni giorno sono state create in Israele, Viber (app per mandare messaggi e chiamare) e Waze (app per la navigazione) per esempio.
  • Due big dell’alta tecnologia, Microsoft e Cisco, hanno costruito le loro uniche strutture per la ricerca e lo sviluppo all’infuori degli Stati Uniti, solamente in Israele.
  • Delle quasi 8000 startup operanti in Israele, un terzo si trova a Tel Aviv.
  • Nonostante conti solamente 438,820 abitanti, Tel Aviv è da tempo considerata l’epicentro del fervente ecosistema tech israeliano. Il motivo dietro al rapido sviluppo di Tel Aviv, che l’ha portata oggi ad essere la capitale tecnologica israeliana per eccellenza, fonda le proprie radici negli anni ‘90, proprio agli inizi della nascita del web. In quegli anni, infatti, il governo israeliano decise di dare vita a quelli che oggi chiamiamo “incubatori”, veri e propri hub tecnologici nati per accogliere e guidare il flusso dei colti migranti provenienti dall’ex Unione Sovietica. Oggi, quei primordiali incubatori, non solo rappresentano ambiti punti di partenza per ogni startup che voglia crescere e farsi conoscere, ma soprattutto vengono costantemente finanziati dal settore scientifico israeliano, fondi che ogni anno raggiungono all’incirca 1 miliardo di dollari.

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    Gli incubatori ed acceleratori di Tel Aviv rappresentano il cuore dell’ecosistema delle startup israeliane in via di sviluppo, specialmente quelli diretti da venture funds. L’acceleratore di Microsoft, gestito dal noto braccio destro finanziario della compagnia, è solo uno dei numerosi esempi. Il moderno incubatore offre una collaborazione strategica a startup già attive ed operanti. Oltre ad offrire un attraente spazio di lavoro, l’acceleratore si occupa di insegnare alle startup che ne fanno parte a pensare in grande ed adottare le modalità di lavoro delle grandi aziende.

    Gli acceleratori e incubatori di Tel Aviv offrono servizi di consulenza di ogni tipo – marketing, finanziari, gestione tecnologica – e rappresentano davvero un trampolino di lancio a livello globale per tutte quelle startup che hanno la fortuna di essere selezionate per prenderne parte.

    Negli ultimi tempi, la diffusione di spazi di lavoro condivisi (coworking) sembra essere il trend di maggiore tendenza a Tel Aviv. Veri e propri “open space”, in questi spazi condivisi lavorano soprattutto giovani imprenditori e freelancers indipendenti, ma anche startup già avviate che vogliono sfruttare le numerose potenzialità di networking che i coworking spaces tipicamente offrono.

    Ovviamente, a Tel Aviv, l’originalità che caratterizza gli spazi di lavoro condivisi si è spinta ben oltre. Aziende come WeWork e MindSpace, dominano il mercato del coworking telavivino offrendo alle startup che vi operano non solo uffici che sembrano usciti da riviste di design, ma soprattutto servizi di networking, crescita ed innovazione. Queste aziende affascinano quotidianamente soprattutto giovani imprenditori, freelancers, startups e piccole aziende, in particolare grazie alla flessibilità della loro offerta che va dall’affitto di una scrivania per un solo giorno a contratti annuali per ampi uffici. WeWork e Mindspace sono diventati, negli anni, veri e propri status symbol della cultura tech di Tel Aviv.

    israele tel aviv

    La tendenza telavivina ad abbandonare gli uffici per prediligere spazi più “aperti” non si ferma ai coworking spaces.
    La città è infatti ricca di hubs e spazi che dispongono di wi-fi e macchine da caffè, tanto da aver convinto un numero sempre maggiore di startup, con il loro seguito di impiegati, ad abbandonare i caffè del centro e concentrarsi in questi moderni, giovani, e soprattutto gratuiti, spazi condivisi.

    Per quanto riguarda, invece, i settori principali in cui operano le startup israeliane, negli ultimi anni si è assistito ad una proliferazione di startup attive soprattutto in determinate industrie in espansione. Tra queste, l’industria dei ‘big data’ è la più gettonata in assoluto; date le enormi potenzialità che la raccolta di dati porta alle aziende, sempre più startup hanno deciso di sviluppare strumenti, piattaforme o servizi per la raccolta e la gestione dei dati.

    Non potevano ovviamente mancare le startup che operano nell’industria della tecnologia blockchain, quella utilizzata dalle criptovalute come i Bitcoin. Il recente successo delle criptovalute non ha di certo lasciato gli imprenditori israeliani indifferenti i quali, invece, hanno dato il via ad una corsa allo sviluppo di tecnologie e prodotti che, utilizzando il sistema blockchain, vanno ben oltre la semplice applicazione al mondo finanziario (come i Bitcoin), ma si estendono ad altre industrie come quella medica.

    L’industria IoT (Internet of Things) ovvero l’insieme di tutti quei prodotti di utilizzo quotidiano che sono connessi ad internet (per esempio, i frigoriferi interattivi), in Israele è stata accompagnata da un notevole incremento di startup che offrono servizi per l’installazione di chip, sensori e software in prodotti interconnessi.

    Infine, l’industria dei videogiochi, dei gadget digitali da indossare e soprattutto quella della realtà virtuale, sono da anni i settori che registrano la maggiore crescita del numero di startup che vi operano.

    Per concludere, che si tratti di investitori internazionali alla ricerca di startup con potenzialità, di imprenditori che vogliano dare vita alle proprie aspirazioni o di giovani che vogliano entrare a far parte dell’affascinante mondo dell’high-tech, Israele ed in particolare Tel Aviv sembrano essere il luogo ideale per dare vita ad infinite possibilità di crescita.

    Roberta Rottigni