Il boom del mobile sta facendo aumentare le ricerche vocali

La tecnologia cambia e stravolge le cose continuamente. Non vi è una pausa per le novità e la ricerca, soprattutto nei mercati legati al mondo della telefonia e dei device in genere. E, se fino a pochi anni fa, eravamo abituati ad utilizzare i nostri cellulari semplicemente per effettuare delle chiamate o mandare qualche messaggio, oggi gli smartphone sono diventati come perfetti assistenti personali, pronti a risolverci qualsiasi problematica.

Ecco perché l’incremento dell’utilizzo del mobile ha avuto delle conseguenze, che si rispecchia negli investimenti a favore di tecnologie adatte ad implementare le funzioni e adattarsi alle nuove abitudini e ai nuovi bisogni dei consumatori (pensiamo al responsive design, ad esempio). In particolar modo, sta prendendo sempre più piede la ricerca vocale come metodo di approccio ai motori di ricerca.

ricerche vocali - Voce

Un po’ di numeri: quanto sta crescendo la ricerca vocale sul mobile

Le ultime statistiche parlano chiaro: l’user experience passa sempre di più attraverso la ricerca vocale. I dati sono esplicativi e fotografano una situazione che sta cambiando e sta spingendo la tecnologia e i principali attori del mercato verso un radicale rinnovamento delle interfaccia vocali. Gli assistenti virtuali stanno acquisendo un ruolo attivo nella quotidianità dei consumatori e il mercato è in obbligo di dare risposte convincenti.

Secondo quanto rivelato dai dati infatti, il 23% degli adulti negli Stati Uniti che fa ricerche da smartphone utilizza le ricerche da mobile vocali su Google e lo fa soprattutto quando è impegnato in altre attività, come cucinare. La società di San Francisco, MindMeld, impegnata nella progettazione e nello sviluppo di nuove tecnologie di seconda generazione, ha riportato, a seguito di un’indagine condotta nel 2016, che il 60% degli intervistati si è servito almeno una volta negli ultimi dodici mesi della ricerca vocale.

I dati sono perennemente in crescita ed è per questo motivo che la MindMeld sta cominciando a stringere accordi con i principali attori del settore di assistenza vocale, quali ad esempio Google Assistant, Siri o Amazon Echo, nonché con alcune agenzie governative. Il che fa ancora di più pensare alle potenzialità del mezzo e alle declinazioni dei suoi utilizzi.

In Italia la situazione è diversa. Ma non po così tanto. Un’indagine condotta dalla FIND, sempre nel 2016, ha evidenziato che il il 46% dei possessori di smartphone nel 2015 ha utilizzato la ricerca vocale almeno una volta per vari scopi (nel 2013 la percentuale era del 38%). Ad utilizzare spesso tale funzione tuttavia è solo il 16% degli utenti.

In ogni caso è chiaro che lo smartphone, a differenza del computer, è sempre a portata di mano nel momento del bisogno. Questa differenza impatta in vari modi nella modalità di ricerca dei contenuti.

Come cambiano le abitudini dei consumatori e le strategie delle aziende

La ricerca vocale sul mobile può risultare, quindi, più facile da utilizzare e più intuitiva rispetto ai tradizionali metodi di ricerca. La voce, infatti, è più veloce rispetto all’azione dello scrivere e permette di non interrompere altre attività, andando così a compiere contemporaneamente più azioni. Attraverso una ricerca vocale, infatti, non si impegnano necessariamente altri sensi, come la vista o il tatto ad esempio.

Questo cambiamento nell’interazione con gli smartphone e gli altri device mobili comporta ineluttabilmente anche una diversa strategia operativa delle aziende a livello di marketing e di comunicazione. I brand, infatti, devono essere ingrato di adeguarsi a questa prossima e ormai alle porte rivoluzione tecnologica, andando ad ottimizzare gli strumenti a disposizione.

Per non vedersi tagliar fuori dal mercato le aziende dovranno obbligatoriamente uniformarsi ai siti mobile-friendly, ad esempio, ed ottimizzare il proprio sito a tutti i contenuti di ricerca, non penalizzandone nessuno.

Inoltre, curare il fattore local risulta essere fondamentale. E così anche prestare massima attenzione ai contenuti diventa un fattore decisivo per sbaragliare la concorrenza. Nonostante le buone pratiche di marketing ci insegnino che scrivere per il web significa scrivere in ottica SEO, la ricerca vocale ci dimostra un concetto a cui noi crediamo da sempre. Ovvero che in primis i contenuti vadano scritti per le persone e non solo per i vari algoritmi di Google e colleghi. Questo anche perché le persone tendono ad assumere comportamenti sempre differenti e non del tutto prevedibili.

E sarà una grande sfida, che, se colta nel modo giusto, potrà aprire le porte ad un infinito ventaglio di possibilità ed opportunità.

Giulia Salis