Consigli per sopravvivere a una vita da freelance

Senza dubbio svolgere un lavoro da freelance significa avere la possibilità di gestire il proprio lavoro come meglio si crede, di organizzare la propria agenda in autonomia, essere nella posizione di poter decidere se voler accettare o meno un lavoro e, quasi sicuramente, essere fra quelle persone che affermano di amare il proprio lavoro.
Eppure vivere da freelance non è facile.

Talvolta una scelta, talvolta una necessità dettata non soltanto dalle proprie passioni, ma anche dalle condizioni in cui si trova il mercato del lavoro in un determinato momento. In parte, infatti, è questo il motivo per cui, in Italia, negli ultimi anni si è visto crescere sempre più il numero delle aziende che richiedono collaborazioni esterne, in particolar modo per quanto riguarda prestazioni legate alla comunicazione e alla creatività. Una scelta, quindi, che se da una parte può essere dettata da esigenze e scelte personali, dall’altra non è sganciata dagli eventi che coinvolgono un Paese.

consigli freelance

Una condizione lavorativa che potrebbe essere considerata idilliaca, vista la possibilità di svolgere autonomamente il proprio lavoro, di non avere il classico “capo” dal quale prendere ordini e di gestire quindi la propria professione come meglio si crede. Nella realtà, una condizione lavorativa innanzitutto di responsabilità diretta, dalla quale dipende il proprio lavoro presente e futuro, e che crea costantemente la necessità di muoversi alla ricerca di lavoro, di essere sempre al passo coi tempi e di sapersi proporre nel modo migliore per farsi conoscere e perché il proprio valore professionale venga riconosciuto.

Particolari non di poco conto, considerando che il proprio lavoro rende economicamente soltanto per le commissioni che si ricevono e che ora come ora l’offerta di freelance worker è alta.
Un modo di lavorare, quindi, che richiede capacità che vanno spesso al di là della specifica professionalità che si offre, in cui è necessario avere buone doti di public relation, spesso essere al passo con le nuove tecnologie, così come sapersi muovere nei canali giusti.

Sopravvivere come freelance ai nostri giorni, quindi, non è certo cosa semplice e va di pari passo con tutti i momenti della propria giornata, con “stretegie” che spesso sono necessarie per poter appunto sopravvivere a un lavoro che appassiona ma che è comunque, sotto molto aspetti, molto più coinvolgente di un lavoro dipendente e che richiede spesso di essere attivi ed efficienti in orari e momenti che ben volentieri si dedicherebbero ad altro.

Fissare degli orari lavorativi, quindi, potrebbe innanzitutto essere una buona prassi per poter sopravvivere a questo tipo di lavoro, così come, mi sento di dire, imparare – e so bene quanto questo sia difficile per un freelance – a dire di no a quei lavori che non promettono niente di buono e a quei committenti che, vuoi per il luogo comune che vede il freelance come un lavoratore più motivato dalla passione che dal benessere economico, vuoi perché tendono ad approfittarsi della difficoltà attuale di trovare lavoro, rischiano di sminuire il valore di una professionalità spesso nata da anni e anni di lavoro e formazione.

Alessandra Buschi