Nokia. Storia di un brand che ha fatto la storia della telefonia mobile

Già: Nokia ha davvero fatto la storia della telefonia mobile, considerando che è attiva ormai da centocinquantasei anni.

Dal suo modesto inizio, nel 1865, come cartiera, ha infatti trovato il modo negli anni di farsi strada in diversi settori, fino alla produzione attuale, che la vede come il maggiore fornitore di telefoni cellulari e smartphone al mondo, quotata presso le borse di Helsinki e di New York, con un fatturato che supera i ventiquattro miliardi di euro.

Da prodotti di carta è passata alla produzione di cavi, stivali di gomma, pneumatici, per poi aprirsi al settore delle telecomunicazioni, con la produzione di televisori, centralini telefonici automatici, radio mobili e così via, per approdare infine ai cellulari, che hanno dato al brand la possibilità di diventare il marchio di telefoni cellulari più venduto al mondo.

Un’ascesa che vede la multinazionale finlandese (oggi con sede a Karaportti, nei dintorni della città di Espoo, e che ha preso il nome dal fiume Nokianvirta, lungo il quale il suo fondatore Knut Fredrik Idestam aprì la sua prima fabbrica di cellulosa) impiegare le tecnologie più innovative.

È Nokia infatti il primo vero dispositivo portatile della storia (il Nokia Mobira Cityman, prodotto a partire dal 1987), così come è Nokia il primo cellulare con fotocamera, introdotto sul mercato nel 2003, ed è sempre Nokia che, a livello mondiale, ha contribuito alla diffusione degli standard GSM, 3G, LTE e, attualmente, 5G.

Protagonista di molte delle vicende degli ultimi decenni in fatto di dispositivi digitali e di innovazione (ma anche di vicende ben complesse e controversie, come per esempio durante il periodo della guerra fredda, quando ebbe rapporti commerciali sia con gli Stati Uniti sia con l’Unione Sovietica), nel 2013 nasce Nokia Network, in partnership con Siemens. Ciò getta le basi per la trasformazione del marchio in fornitore di hardware e software di rete.

Per affrontare la feroce concorrenza dei sistemi operativi iOS e Android, dal 2014 ha poi stretto una partnership strategica con Microsoft, vendendole la sua divisione mobile e i suoi dispositivi, mentre nel 2015 ha acquisito Alcatel-Lucent, ampliando ancora di più il suo mercato e, ovviamente, incrementando notevolmente i suoi risultati economici.

A questa hanno fatto seguito molte altre acquisizioni negli ultimi anni, confermandola come leader indiscusso nel settore della comunicazione globale e anche come protagonista di rilievo nell’economia finlandese, contribuendo non poco al PIL del suo Paese.

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Dal 2016 il marchio è rientrato nel settore della telefonia mobile con un accordo di licenza con HMD Global e continua ad avere un ruolo decisivo per quanto riguarda i brevetti sui telefoni cellulari dei produttori mondiali di apparecchiature di rete.

Oggi è costituita da due divisioni: una che si occupa di ricerca e sviluppo per le nuove tecnologie (Nokia Technologies) e una che di occupa di software e servizi per infrastrutture di rete (Nokia Networks), a sua volta divisa in quattro gruppi: Reti Mobili, Reti Fisse, Applications & Analytics e Reti IP/Ottiche.

Innumerevoli i riconoscimenti e i premi che Nokia e i suoi Nokia Bell Labs hanno ricevuto nel tempo, ultimo dei quali, proprio quest’anno, la selezione da parte dell’Ethisphere Institute, leader globale nella definizione e nell’avanzamento degli standard di pratiche aziendali etiche e responsabili, tra le centotrentacinque aziende considerate più etiche al mondo e in linea con il raggiungimento dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile che le Nazioni Unite si sono prefissate entro il 2030.

Tra i suoi obiettivi, infatti, Nokia conta quello di incoraggiare l’innovazione per consentire di arrivare a un’economia e una società digitali che crede miglioreranno la produttività e la qualità di vita sul pianeta.

Una presenza in pratica in ogni continente e Paese del mondo, nota a chiunque se non altro per la suoneria predefinita dei suoi cellulari (il celebre Nokia tune), tratta dal Gran Vals del compositore e chitarrista spagnolo Francisco Tàrrega.

Alessandra Buschi.