Crowdsourcing: definizione ed esempi di successo

Crowdsourcing è un termine che descrive il processo di raccolta di informazioni, dati, soldi o contributi da parte di un folto gruppo di persone, che avviene generalmente in un ambiente on-line. Il concetto alla base di questo termine è quello di sfruttare la potenzialità di una comunità di individui di generare contenuti o contribuire a facilitare la creazione di contenuti e prodotti attraverso una partecipazione massiva che rispecchia la logica dei grandi numeri.

Logo di Wikipedia

In un certo senso, crowdsourcing è anche la distribuzione su un ampio numero di ‘risolutori’ di un unico problema. Se un’impresa avesse ad esempio bisogno di fondi per sostenere un progetto, per avviare una campagna di marketing o addirittura per fare ricerca su un nuovo tipo di prodotto, potrebbe decidere di dare possibilità alla comunità di internet di intervenire in uno o più segmenti dei processi di cui sopra, generando grandi quantità di denaro, contenuti o informazioni preziose.

Si può forse affermare che internet sia un immenso universo di informazioni generate sempre più dagli utenti: basti pensare alle voci di Wikipedia, ai video di YouTube e alla cosiddetta blogosfera. Il world wide web ha fondamentalmente annullato la tradizionale distinzione tra produttore e consumatore, favorito dal fatto che l’elettronica di consumo permette ormai a chiunque di generare contenuti interessanti da pubblicare online. Questo tipo di nuovo produttore-consumatore è definito prosumer.

Se l’idea alla base del crowdsourcing non è nuova, il suo massiccio uso online non è così vecchio come si potrebbe pensare. I videogiochi sono stati uno dei primissimi ambienti di uso di questa tecnica, utilizzando il crowdsourcing per raccogliere informazioni utili e feedback da parte degli utenti attraverso le versioni beta. Concedendo ai giocatori l’accesso anticipato al gioco, veniva richiesto in cambio di segnalare ogni tipo di bug e problema che veniva incontrato durante il gameplay, scongiurando problemi di distribuzione una volta avviata la vendita regolare nei negozi.

L’esempio più famoso di crowdsourcing è certamente Wikipedia. Attualmente, grazie ai liberi contributi di una enorme comunità di utenti, si tratta della più grande opera enciclopedica mai scritta dall’uomo. Anche l’ambiente scientifico sta traendo sempre più giovamento dall’uso del crowdsourcing, basandosi sul fatto che se i computer sono lo strumento ideale per compiere azioni ripetitive, non sono – ancora – molto efficaci per adempiere a lavori che prevedano un pensiero visuale ed intuitivo. Foldit è stato uno dei primi videogiochi a convertire il lavoro necessario ad una ricerca scientifica in un puzzle in cui gli utenti, prendendo parte al gioco, contribuirono a identificare una grande serie di ripiegamenti proteici, aiutando i ricercatori a aprire nuove possibilità nella ricerca contro alcune malattie.