Cos’è il bluetooth?

Nato come alternativa ai cavi, lo scopo del Bluetooth è quello di rendere più pratico il collegamento di vari dispositivi mantenendo comunque sicure le comunicazioni.
Si tratta in pratica di una tecnologia di comunicazione wireless – ovvero senza fili – che permette di connettere tra loro più dispositivi mobili o fissi che, generalmente, si trovano a breve distanza uno dall’altro.

Una connessione che, tramite onde radio, crea una rete wireless chiamata PAN (Personal Area Network) o piconet, che permette uno scambio e una trasmissione di informazioni tra dispositivi quali smartphone, computer, portatili, fotocamere digitali, console di gioco, cuffie, palmari, stampanti e, nel settore industriale, strumenti di misura, lettori ottici e altre periferiche provviste appunto di questa tecnologia.

Bluetooth

Questo tipo di connessione consente per esempio di poter accoppiare il proprio iPhone con l’AirPod, così come di collegare il proprio programma musicale preferito con un altoparlante, un mouse o una stampante a un computer, e tutto senza l’utilizzo di antiestetici cavi. Allo stesso modo, la tecnologia Bluetooth può essere utilizzata per delle cuffie, degli auricolari, per il sistema audio di un’auto, ma anche per un frigorifero o un altro elettrodomestico “intelligente”.

Il Bluetooth utilizza la stessa frequenza di altre tecnologie wireless come telefoni cordless e router WiFi, ma utilizza meno energia, è meno costoso da implementare rispetto al Wi-Fi e molto meno incline a interferire con altri dispositivi nella stessa banda radio a 2,4 Ghz. Di contro, sempre rispetto al Wi-Fi, la sua portata e la sua velocità di trasmissione sono in genere inferiori.

Tra i punti deboli del Bluetooth, il fatto che alcuni dispositivi wireless mobili come gli smartphone subiscono un calo della carica della batteria quando sono connessi Bluetooth; una questione che, comunque, grazie al miglioramento della tecnologia, è stata parzialmente risolta.
Inoltre, la maggior parte dei dispositivi Bluetooth ha un raggio di connettività massimo di circa nove-dieci metri, ma se vi sono ostacoli (per esempio una parete, il pavimento, il soffitto), questa portata si riduce.

Il Bluetooth è considerato una tecnologia wireless piuttosto sicura contro l’hacking. Le connessioni sono infatti crittografate, di modo che non possano verificarsi intercettazioni casuali da altri dispositivi nelle vicinanze. Inoltre, opera su diverse frequenze e i dispositivi “saltano” da una frequenza all’altra centinaia di volte al secondo. Questo spostamento continuo garantisce che i dispositivi Bluetooth non possano venire violati.

Il suo funzionamento è molto semplice: l’utente deve selezionare il dispositivo Bluetooth al quale desidera connettersi, solitamente inserendo un codice che aiuta a garantire la connessione al dispositivo corretto.

Se si vengono a trovare nello stesso raggio d’azione, dispositivi precedentemente accoppiati con Bluetooth tenteranno di connettersi automaticamente, in quanto trasmettono la propria presenza l’uno all’altro. È quindi buona norma controllare di tanto in tanto le impostazioni dello smartphone o di altro dispositivo con connettività Bluetooth per verificare quali sono i dispositivi che potenzialmente potrebbero connettersi. Da non dimenticare che, quando non se ne ha bisogno, la funzione può essere facilmente disabilitata.

La storia del Bluetooth

Bluetooth, gestito dal Bluetooth Special Interest Group (SIG), conta oggi oltre trentaseimila aziende associate nei settori delle telecomunicazioni, informatica, networking ed elettronica di consumo.

Lo sviluppo della tecnologia radio “short-link”, poi chiamata Bluetooth, è stato avviato in Svezia nel 1989 da Nils Rydbeck per sviluppare cuffie wireless secondo due invenzioni di Johan Ullman.

Il nome “Bluetooth” si deve a Jim Kardach, di Intel, che nel 1994 sviluppò una tecnologia in grado di far comunicare i telefoni cellulari con i computer. Sembra che nel periodo in cui aveva iniziato la sua proposta di sviluppo, Kardach stesse leggendo il romanzo di Frans Gunnar Bengtsson “The Long Ships”, best seller che racconta la storia dei vichinghi e delle doti belliche e diplomatiche del re danese Harald “Bluetooth” Gormsson, versione anglicizzata dello scandinavo Blåtand/Blåtann, in antico norreno Blátǫnn.

Un re che si dice ebbe il merito di unire nel 958 Danimarca e Norvegia in un unico regno e che avesse un dente “morto” di colore grigio/blu (ma altre storie raccontano che si colorasse i denti di azzurro per incutere paura al nemico, altre che il colore dei suoi denti fosse causato dalla sua golosità di mirtilli), che appunto gli valse il soprannome di “Bluetooth”, ovvero “dente blu” o azzurro.

Di qui, il parallelo con il concetto della tecnologia Bluetooth, che ha lo scopo di collegare tra loro un’ampia gamma di dispositivi con diversi protocolli di comunicazione attraverso un unico standard.
Il logo stesso Bluetooth si rifà alle antiche leggende nordiche; è infatti la composizione di un’unica runa che unisce la lettera runica Younger Futhark (ᚼ, Hagall) e Berkanan (ᛒ, Bjarkan), le iniziali di re Harald.

Nel 1996, tre leader del settore, Intel, Ericsson e Nokia, si sono incontrati per pianificare la standardizzazione di questa tecnologia radio a corto raggio per supportare la connettività e la collaborazione tra diversi prodotti e settori.

Nel maggio 1998, il Bluetooth SIG è stato lanciato con IBM ed Ericsson come firmatari fondatori. Nel tempo a Ericsson, Sony, IBM, Intel, Toshiba e Nokia si sono aggiunte altre società.

Il primo dispositivo Bluetooth a essere lanciato sul mercato nel 1999 è stato un auricolare che ha vinto il “Best of show Technology Award” al Comdex.
Il primo modello di cellulare Bluetooth è stato l’Ericsson T36, ma è il T39 rivisitato che ha iniziato a essere commercializzato nel 2001.

Nello stesso anno, IBM ha introdotto l’IBM ThinkPad A30, il primo notebook con Bluetooth integrato.
Per quanto riguarda invece gli autoveicoli, BMW è stato il primo produttore a integrare il Bluetooth nei suoi prodotti.

Dai suoi primi sviluppi, questa nuova tecnologia è stata via via migliorata con diverse versioni, che hanno interessato soprattutto un suo utilizzo più efficace rispetto al consumo energetico dei cellulari e la sua sicurezza, limitando ancor più la possibilità di intercettazioni, modifica dei messaggi e appropriazione indebita di risorse.

Una delle questioni che hanno fatto discutere sull’utilizzo del Bluetooth riguarda la salute. Esso utilizza lo spettro di radiofrequenze nella gamma da 2,402 GHz a 2,480 GHz, e dunque radiazioni non ionizzanti, di larghezza di banda simile a quella utilizzata dai telefoni cellulari e wireless. Benché fino a oggi non si siano avute dimostrazioni certe di danni alla salute, c’è però da dire che la trasmissione wireless è stata inclusa dall’IARC – International Agency for Research on Cancer – nell’elenco dei possibili cancerogeni.

Alessandra Buschi