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SEO per YouTube Posizionamento video YouTube

La SEO applicata ai video è fondamentale per favorire il corretto posizionamento su YouTube. Le strategie di marketing basate sui contenuti video sono diventate importanti come quelle basate su immagini e testi.

Aziende, marchi e liberi professionisti adottano i video a scopo comunicativo e promozionale e il posizionamento con la SEO è un fattore che non può più essere trascurato.

Servizi SEO per YouTube

Web Crew è un’agenzia di marketing di Roma, attiva in tutta Italia dal 2009.

SEO e social media marketing sono legate da sempre, sin dall’apparizione dei primi social, oggi in gran parte chiusi. YouTube rappresenta la migliore sintesi tra un motore di ricerca e un social network, non solo dispone infatti funzioni tipiche di entrambe queste piattaforme, ma viene anche utilizzato quotidianamente dagli utenti in questa duplice veste. Chi frequenta YouTube, infatti, lo usa sia per cercare video che già conosce (i video musicali, ad esmpio), ma anche per lasciarsi ispirare dal feed, saltando da un video all’altro, per puro intrattenimento.

Per ricevere un preventivo gratuito per ottimizzare il tuo canale YouTube, puoi chiamare Fabio al +39 3314261480, inviargli un messaggio WhatsApp o utilizzare il form di contatto in basso.

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    Cos’è la SEO per YouTube

    Prima di addentrarci sulle modalità per fare SEO su YouTube, bisogna chiarire una serie di questioni. La prima riguarda il posizionamento sul motore di ricerca. Quali sono cioè i video che si posizionano più facilmente rispetto agli altri? YouTube giudica i video in base al tipo di interazione con chi li guarda. I fattori principali di ranking sono i seguenti sei:

    • Total watch time
    • Audience retention
    • Session time
    • CTR
    • Engagement
    • Channel Authority

    SEO per YouTube: approfondimento sui sei fattori di posizionamento

    Il primo fattore capace di influenzare il posizionamento riguarda il numero totale di minuti visualizzati. L’obiettivo del canale è attirare gli utenti e farli rimanere a guardare il video il più a lungo possibile.

    I video che totalizzano un numero maggiore di minuti visualizzati scalano la serp di YouTube, in quanto il total watch time è considerato il primo fattore di ranking.

    L’audience retention, invece, rappresenta la percentuale di video visualizzata e serve per misurare l’interesse suscitato. Se il video viene abbandonato subito e l’audience retention è bassa, significa che è poco interessante.

    Il terzo fattore, session time, si riferisce al tempo che ogni singolo utente trascorre su YouTube dopo aver visualizzato il primo video. Ovviamente, YouTube ha tutto l’interesse a che gli utenti non abbandonino subito la piattaforma. I video che inducono gli utenti a rimanere e a visionare altri contenuti vengono premiati a livello di posizionamento.

    Il quarto fattore (CTR – click through rate) corrisponde al numero di click ricevuti dal video in rapporto al numero di impressioni. Se gli utenti cliccano più volte su un video, lo giudicano così interessante da volerlo visionare più volte. Naturalmente, YouTube tende a posizionare meglio i video oggetto di un numero superiore di click.

    Quando si lavora con YouTube non bisogna affatto trascurare neppure il fattore 5: engagement. I commenti, i like e le condivisioni sono i misuratori principali dell’engagement e influenzano il posizionamento dei video. La piattaforma monitora cioè la presenza di queste interazioni da parte degli utenti per far salire i video nella serp.

    Il sesto e ultimo fattore è quello definito channel autority – autorità del canale. Quest’ultimo elemento è legato molto al tempo.
    È chiaro che un canale appena creato ha maggiori difficoltà a posizionarsi rispetto a un canale con una certa storia e un certo seguito già costruito sulla piattaforma. Per misurare l’autorevolezza di un canale si considerano dati come: la data di creazione, il numero di iscritti, la frequenza e la costanza nella pubblicazione dei video e la cosidetta brand search, vale a dire il numero di persone che va alla ricerca del canale/marchio.

    Ovviamente, i sei fattori appena elencati aiutano il posizionamento di video di buona qualità e interessanti sui quali è stata fatta comunque una operazione SEO sulle parole chiave. Su YouTube vale cioè lo stesso principio valido per Google: l’utente trova i contenuti digitando delle combinazioni di parole chiave.
    Bisogna quindi attuare una keyword research come si fa per i contenuti destinati a Google.

    SEO per YouTube: la keyword reasearch per i video

    Le keyword vanno inserite nel titolo e nella descrizione. Sarebbe bene usarle anche nel rinominare il file video. Ma come trovarle? Si può usare il Keyword Planner di Google impostato per i video.

    Oltre a questo tipo di ricerca, va effettuata anche un’analisi dei suggest che arrivano dalla barra di YouTube. La piattaforma funziona con un sistema di completamento del tutto simile a quello di Google. Il suggest indica cioè esattamente cosa cercano gli utenti in relazione a una determinata keyword.

    Si possono anche utilizzare tool come Keyword.io, Ubersuggest e Hypersuggest, dotati di filtri specifici per la ricerca delle parole chiave per YouTube.

    Una volta individuate le keyword, vanno impiegate nel tag title e nella descrizione in modo da comunicare a YouTube il tema principale del video. Nel caso ad esempio del title, la keyword andrebbe inserita all’inizio della stringa.

    Le parole chiavi vanno usate in maniera attenta anche nella descrizione. Inserire keyword una dopo l’altra non ha molto senso. Le regole del SEO copywriting vanno rispettate anche su YouTube e le descrizioni devono servire al posizionamento ed essere scritte in funzione dell’utente e fruitore del video.

    Fare una ricerca delle parole chiave, tenere in considerazione i 6 fattori di posizionamento e curare la qualità dei video sono i primi passi per fare della buona SEO su YouTube. Senza mai trascurare la risoluzione delle immagini. I video HD o Full HD sono favoriti rispetto a quelli di qualità inferiore.

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    Consigli SEO per YouTube

    La SEO per YouTube può portare a risultati eccellenti. Di recente, la piattaforma di video più nota del mondo ha pubblicato un documento con alcune indicazioni sul funzionamento del sistema di raccomandazione, che consente di suggerire in automatico agli utenti i contenuti video da visualizzare.

    Si tratta di un documento molto significativo, considerato che il 70% delle visualizzazioni su YouTube deriva proprio dal sistema dei video consigliati. Qui di seguito, tutti i consigli per fare SEO su YouTube e ottenere risultati.

    L’importanza dei metadati

    I metadati (titolo, descrizione, tag, sottotitoli, playlist e thumbnail) sono tutti elementi fondamentali per fare SEO su YouTube. È parere diffuso che lo siano molto di più per il portale di video di quanto non lo siano per Google.

    I metadati vanno considerati cioè delle fonti utilissime di informazioni, che consentono a YouTube di identificare il contenuto del video. Non curarli nella maniera giusta significa lasciare al portale il compito di desumere l’argomento del video:

    • Titolo: dovrebbe sempre contenere la parola chiave e essere elaborato in modo da attirare l’attenzione degli utenti. YouTube attribuisce molta importanza ai titoli accattivanti, sicuramente un’importanza superiore a quella attribuita da Google.
    • Descrizione: dovrebbe essere lunga un massimo di 250 parole e contenere la parola chiave inserita nel titolo. Ancora meglio se si utilizza una keyword a coda lunga con una leggera variazione rispetto a quella utilizzata come principale nel titolo.
    • Tag: i tag delle parole chiavi sono essenziali. Bisogna usare la parola chiave principale e le sue varianti. Si possono menzionare anche gli argomenti correlati e gli eventuali YouTuber che appaiono all’interno del video.
    • Playlist: è bene inserire il video nelle playlist caratterizzate da contenuti correlati. Non solo, sarebbe buona pratica consigliare le playlist alla fine dei video. Se le playlist funzionano bene, gli utenti rimarranno più a lungo sulla piattaforma e il video scalerà le posizioni più alte della classifica.
    • Thumbnail: le miniature accattivanti e curate nei dettagli contribuiscono a catturare l’attenzione e sono fortemente consigliate. Non bastano però le immagini. Una thumbnail fatta bene deve includere anche del testo che sia in grado di comunicare all’algoritmo di YouTube l’argomento trattato.
    • Sottotitoli: YouTube funziona con un sistema di sottotitoli automatici. Pur funzionando bene, non si possono certo definire perfetti. La cosa migliore sarebbe sempre di trascriverli in forma completa.
    • Nome file: usare la parola chiave nel nome del file. Questa pratica non è considerata più così rilevante. Certo, non fa neppure male utilizzarla.

    API Cloud Video Intelligence e dati utente

    YouTube analizza l’audio dei video e produce delle trascrizioni automatiche. Questo lavoro del portale va sfruttato a proprio vantaggio per fare SEO. In che modo? Nel video bisognerebbe pronunciare la parola chiave prescelta. Se poi si pronuncia anche il nome del canale, le possibilità di essere mostrati nei video consigliati aumentano.

    Non solo, Google è dotata di un’ API Cloud Video Intelligence che è in grado di identificare gli oggetti presenti nel video. In un futuro prossimo, si prevede che includere immagini che facciano riferimento alle parole chiave e agli argomenti correlati contribuirà a migliorare i punteggi di pertinenza del video in questione.

    Ma i suggerimenti SEO non finiscono qui. Secondo il documento pubblicato da YouTube, le azioni degli utenti consentono di ricavare informazioni suddivise in due categorie:

    • dati espliciti ricavati dai like
    • dati impliciti derivanti dal tempo di visualizzazione

    Purtroppo i dati impliciti hanno un limite. Il tempo di visualizzazione, per esempio, non registra il livello di gradimento dell’utente. Bisognerebbe quindi favorire le interazioni esplicite invitando a mettere i like oppure a iscriversi al canale.

    YouTube concede una notevole importanza al livello di fidelizzazione mostrato dagli utenti nei confronti di un canale. Ecco perché bisogna analizzare i video che non ricevono like e non riescono a favorire le interazioni. In alcuni casi, si può ricorrere anche ad azioni estreme ed eliminare il video incriminato per evitare che possa danneggiare il canale.

    Come favorire la co-visita su YouTube

    Per fare SEO su YouTube bisogna mappare i video su una serie di video simili. Questa mappatura è possibile adottando la tecnica della co-visita. Ecco qualche piccolo consiglio per favorire la co-visita:

    • creazione di un video con successiva creazione di un video di risposta
    • pubblicazione del video su piattaforme che hanno contribuito a inviare traffico ad altri video popolari
    • creazione di video destinati a uno YouTuber
    • incoraggiamento rivolto agli utenti affinché guardino altri video dello stesso canale

    Come si fa a conteggiare la co-visita? Si calcola il numero di volte che i due video correlati sono stati visualizzati in un lasso specifico di tempo, solitamente 24 ore. Il punteggio della correlazione migliorerà con il tempo e in relazione anche a quanto YouTube stesso favorisce la co-visita tra i video.

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