Da febbraio Google Chrome avrà il suo adblock

Dopo le numerose indiscrezioni e i test dei mesi scorsi, Google ha confermato il rilascio di un proprio Adblock, già integrato su Chrome, che sarà attivo dal 15 febbraio del 2018.

Già da giugno Google si è unito alla Coalition for Betters Ads, associazione impegnata a contrastare le forme di pubblicità invasive che distraggono e infastidiscono gli utenti durante la navigazione sui siti web.

adblock

Lo scopo di questa realtà è quello di fornire delle linee guida per gli inserzionisti che sono chiamati a migliorare i propri annunci e a renderli facilmente fruibili senza compromettere l’esperienza utente dei lettori digitali.
Non sono pochi infatti i casi in cui i visitatori di un sito, prima di poter usufruire di un contenuto, sono quasi costretti a visualizzare video con audio attivo, banner o pop-up sui propri dispositivi, senza averne fatto esplicita richiesta.

Fino ad oggi molti hanno utilizzato soluzioni e plugin di terze parti per far fronte a questo genere di inconvenienti, ora sarà lo stesso Google Chrome a bloccare le inserzioni che non rispettano gli standard della coalizione di cui fanno parte anche Facebook, News Corp e Unilever.

Come funziona l’Adblock di Chrome

L’ad-blocker di BigG sarà rilasciato gradualmente da remoto e non simultaneamente ad una nuova versione di Chrome.
Le pubblicità sui siti che non si atterranno alle linee guide della Coalition for Betters Ads per più di trenta gironi verranno bloccate e i portali potranno richiedere una revisione manuale dei propri servizi solo in un secondo momento, dopo avere eliminato i formati più invadenti.

C’è da dire che molti siti online offrono contenuti gratuitamente e cercano di monetizzare il traffico attraverso la pubblicità. L’Ad block di Google non vuole essere una minaccia per gli editori, vuole solo preservare la qualità di navigazione degli utenti che spesso devono fare i conti con pagine web che si caricano molto lentamente e non riescono ad usufruire comodamente dei contenuti.

Un altro degli obiettivi del team di Mountain View è quello far desistere gli utenti dall’utilizzo degli adblock di terze parti che bloccano integralmente tutti gli annunci pubblicitari presenti su un sito e, in questo modo, fanno diminuire di molto gli introiti per gli editori.

La questione degli anti ad-block

Come già anticipato, molti siti guadagnano grazie alle inserzioni pubblicitarie offrendo servizi e contenuti a titolo gratuito.
Visto che gli adblock finiscono per limitare drasticamente le fonti di finanziamento di questi portali, in molti hanno pensato nel tempo di utilizzare strategie e strumenti anti-adblock.
I contenuti di questi siti diventano fruibili solo dopo aver visionato della pubblicità. Un vero circolo vizioso!
Chissà cosa succederà adesso con il rilascio dell’Adblocker di Google. Staremo a vedere.

Dario Fornarelli per Web Crew – Growth Marketing