Video sharing: tanta concorrenza, un solo leader

La condivisione di video online è uno dei servizi più caratteristici del web 2.0. Con la crescente diffusione della tecnologia e di internet nella vita quotidiana, i servizi di video hosting sono diventati una delle principali forme di intrattenimento ed apprendimento che l’uomo abbia mai sviluppato. Oggi infatti le industrie culturali e dell’intrattenimento utilizzano il video sharing come mezzo per interfacciarsi direttamente con i propri clienti ed utenti.

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L’altro grande bacino di utenza del video sharing è invece costituito da quelle persone che desiderano salvare online i propri video, utilizzando un servizio di sharing come se fosse un hosting. Questa modalità sta diventando sempre più popolare, in particolare dopo l’affermazione e il successo dei blog e di altre pagine interattive.

Oggi il mercato del video sharing – perché di mercato si tratta – è naturalmente dominato da un unico leader di settore: YouTube (cioè, in ultima istanza, da Google). Se il 2005 segna il passo in modo definitivo, essendo l’anno di fondazione di YouTube, pochi si ricordano che prima di questo esistevano altri servizi, fra cui il primo sito in assoluto a offrire video hosting: era shareyourworld.com. Il sito chiuse nel 2001 per problemi di budget, ma riuscì ad avviare un intero sistema di servizi online fra i quali il nascituro YouTube.

Tuttavia esiste una grande quantità di servizi online di video sharing che in passato hanno tentato di fare concorrenza al gigante californiano. Alcuni di questi sono riusciti a ritagliarsi delle nicchie di mercato in cui operare senza interferire con YouTube.
Il più conosciuto in questo senso è Vimeo: sede di molti talenti creativi, gli utenti Vimeo sono soliti ricercare contenuti di alta qualità piuttosto che sui classici video virali. È il posto giusto per cercare video prodotti da registi, sceneggiatori o artisti talentuosi, che ricercano una piattaforma più qualitativa.
Blip è invece orientato alla produzione di web series e contenuti seriali. In effetti i suoi utenti raramente pubblicano un video una tantum, perché il servizio è stato sviluppato per incoraggiare la produzione regolare di contenuti. La qualità quindi è solitamente abbastanza alta.
Un altro grande nome è Dailymotion: è però organizzato più come un aggregatore di contenuti, e come YouTube offre video di varia lunghezza suddivisi per categoria. Ancora una volta, nonostante ci siano moltissimi video user-made, i contenuti tendono ad essere orientati verso la qualità e la professionalità.

Esiste poi una grande quantità di servizi che fanno fatica a emergere nel web, e la ragione di questa difficoltà è naturalmente il monopolio di Youtube su questo tipo di offerta. I numeri sono schiaccianti e parlano chiaro: solo YouTube riceve il 72% degli utenti interessati al video sharing, mentre ad esempio Dailymotion riceve solamente lo 0.9%. Un rapporto che indica un controllo di mercato ben difficile da intaccare.