Tumblr Marketing
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Gestione dei feedback
Agenzia Tumblr - Roma Perché usare Tumblr?
Non è famoso come altri social, ma si sente spesso parlare di lui, di Tumblr, perché nonostante non raggiunga numeri altissimi, mantiene uno zoccolo duro di utenti che tutti i giorni lo usano e lo amano. Se è vero che non ha la popolarità commerciale dei suoi rivali, rimane comunque un prodotto unico nel suo genere, molto apprezzato soprattutto dai giovanissimi.
Il ruolo di Tumblr nel marketing
Web Crew è un’agenzia di marketing di Roma che si occupa di social media marketing dal 2009. In questi anni abbiamo visto molti social salire alla ribalta e molti altri spegnersi, più o meno lentamente.
Tumblr non ha mai raggiunto una popolarità di massa in Italia, pur vivendo un momento di splendore ormai più di dieci anni fa. Tuttavia, questo social è uno dei pochi, tra quelli della prima ora, ad essere ancora attivo.
Molti utenti continuano infatti ad apprezzare la dinamica comunicativa rilassata e scanzonata di Tumblr, un social in cui le aziende comunicano senza eccessiva autopromozione e lontano dalle esasperazioni del personal branding di altre piattaforme.
Cos’è Tumblr?
Tumblr è una piattaforma di microblogging, che consente di avere un proprio spazio digitale, un blog, in cui postare foto, video, post, gif. Tutto quello che si vuole. Su Tumblr ci si racconta in maniera originale e fantasiosa nel proprio profilo. Sebbene nasca come un social network, dove si condividono contenuti, la parte social è poco evidente. Ora, lo sappiamo, il luogo preferito dai giovani è sicuramente TikTok, ma c’era un tempo in cui le generazioni Z popolavano tutti il mondo di Tumblr. Nonostante il grande esodo verso spazi più immediati di condivisione, Tumblr resta un mondo fatto, pensato e creato per i giovani e son ancora loro quelli che lo abitano.
Alcuni affermano con certezza che Tumblr sia sul viale del tramonto. Dopotutto dal 2007, anno della sua nascita, ha vissuto dei grandi momenti di gloria, ma non è stato in grado di evolversi e stare al passo con i tempi. La realtà è che Tumblr non si è mai piagato all’egemonia dei video. E’ vero che questo tipo di contenuti può essere utilizzato nei suoi spazi, ma il fatto che non sia strutturato propriamente per condividere video l’ha un po’ penalizzato. E’ un dato di fatto che i social media si stiano muovendo tutti nella medesima direzione, implementare la sezione video, perché è ciò che piace di più. Ma Tumblr è rimasto fedele a se stesso e non si è snaturato e probabilmente questo gli ha fatto perdere un po’ di appeal, ma, almeno per il momento, il social rimane sempre lì al suo posto, ancora con un forte segui tra i giovanissimi che hanno bisogno di raccontarsi nel mondo digitale, ma non amano TikTok o lo trovano un po’ riduttivo come spazio.
Tumblr è il luogo dove nascono e trovano terreno fertile le fandom, comunità di appassionati di cinema, arte e cultura. Un luogo creativo dove esprimersi e condividere pensieri e idee. Una comunità che è diventata sempre più stretta e di nicchia, soprattutto da quando, nel 2018, sono stati eliminati i contenuti pornografici dalla piattaforma. Il declino che ha fatto seguito a questa decisione è evidenziato dai dati: il sito a gennaio 2021 registrava 327 milioni di visitatori, contro i 347.5 milioni registrati a gennaio dell’anno precedente. Una dura battuta d’arresto per il social, che però si va definendo sempre di più come uno spazio unico, in cui gli outsider possono trovare la propria voce.
Nonostante abbia perso un po’ del suo valore, anche economico, Tumblr rimane in pista e viene considerato ancora come un valido strumento, popolato da giovani scrittori, artisti, musicisti.
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La storia di Tumblr in breve
Nel panorama dei social, Tumblr è caratterizzato dalle sue funzioni per svolgere attività di microblogging. La sua specificità di poter essere impiegata per creare siti con funzionalità particolari – i cosiddetti “tumblelog” o “tlog” – sembra infatti tuttora adattarsi bene a ciò che gli utenti richiedono.
Un hosting virtuale, quindi, che deve la sua fortuna anche alle sue funzioni molto semplici che permettono quindi anche ai meno esperti di creare un blog personale in modo facile e veloce per condividere brevi testi, foto, video, file audio e anche attivare un sistema di comunicazione con gli altri utenti via chat, con in più la possibilità di esprimere il proprio consenso con i like (in questo caso cuoricini) e “ribloggare”, ovvero ricondividere, proprio come in un social media di tipo più tradizionale.
Lanciato all’inizio del 2007 da due giovani sviluppatori statunitensi, David Karp e Marco Arment (quest’ultimo impegnato in Tumblr solo fino al 2010, per dedicarsi poi ad altri progetti), Tumblr è nata dall’idea di David Karp, fino al 2006 consulente della Davidville, intenzionato a sviluppare una piattaforma che offrisse agli utenti, in modo semplice e intuitivo, la possibilità non solo di creare blog, ma di poter postare contenuti multimediali condivisibili e che quindi unisse le funzionalità del blog a quelle dei social network.
Un’idea, quella dei tumblelog, di cui si era iniziato a sentir parlare già da un paio d’anni per descrivere un tipo di microblogging che si differenziava dal blog tradizionale sia per la brevità dei contenuti testuali, sia per l’aggiunta di elementi multimediali.
Un’esperienza, quella di Tumblr, che a partire dal suo lancio ha incontrato il favore degli utenti in brevissimo tempo e che, durante la sua vita, si è perfezionata per rimanere al passo con i tempi, offrendo nuove funzionalità e arrivando ad essere molto conosciuta e utilizzata grazie anche al suo sviluppo di campagne pubblicitarie importanti, come come quella nel 2012 con Adidas.
È nel 2013 che Yahoo! ha acquistato Tumblr, oggi ovviamente diventata anche un’app costantemente aggiornata per Android e iOS, con la quale è possibile postare foto, GIF, testi, video anche in diretta, insomma qualsiasi cosa, e che, nonostante le tante altre possibilità di interazione sociale oggi a disposizione, non sembra essere passata di moda e anzi trovi consensi soprattutto tra i più giovani, forse proprio per il suo “spirito” immediato e per il fatto che, come altri social quali Instagram, dà largo spazio ai contenuti visuali.