Ecosia, un nuovo motore di ricerca “verde”

Se pensiamo ai motori di ricerca, il primo che viene in mente a quasi tutti è Google, che in effetti è quello più utilizzato al mondo ed anche quello che, rispetto a molti altri, aggiornandosi costantemente, è in grado di rispondere in modo sempre più preciso e pertinente alle ricerche degli utenti.
In realtà ci sono molti altri motori di ricerca, alcuni dei quali con funzionalità particolari o con intenti particolari.

Tra questi Ecosia, il quale, pur ottenendo le sue entrate come ogni altro motore di ricerca dai contenuti sponsorizzati, ne destina l’ottanta per cento per una causa green, ovvero in progetti di riforestazione.
Un motore di ricerca che inizialmente (ma per poco) è stato in partnership con Google, mentre in seguito in associazione con Bing, Yahoo e, fino al 2013, con il WWF.

logo ecosia

L’idea del suo fondatore, il tedesco Christian Kroll, è stata quella di realizzare un motore di ricerca verde che, come detto da Kroll stesso, “potesse coltivare concretamente un mondo più sostenibile dal punto vista ambientale, sociale ed economico”.

Più alberi, quindi, e maggiore biodiversità, maggiore sicurezza idrica, aria più pulita, suoli più protetti, clima più fresco e persone più felici.
Circa quarantacinque ricerche su Ecosia e un albero viene piantato. Ogni 1,7 secondi, così come indicato nella pagina principale del motore di ricerca, dove è visualizzato un counter che aggiorna in tempo reale il numero di alberi già piantati.

Il funzionamento è questo: tu fai le tue ricerche in rete utilizzando Ecosia, le pubblicità legate alla ricerca creano introiti e buona parte dei ricavi vengono destinati a progetti di riforestazione scelti dal team del motore di ricerca.

In più, per mezzo di appositi “Ecolinks”, gli utenti possono effettuare donazioni attraverso acquisti online (le aziende affiliate pagano ad Ecosia una percentuale sugli acquisti effettuati sul loro sito dagli utenti che cliccano gli Ecolinks).

Un progetto che, avviatosi nel 2009 in concomitanza della conferenza ONU sui cambiamenti climatici di Cophenhagen, tende al miliardo di alberi entro il 2020 tra Burkina Faso, Tanzania, Perù, Madagascar, Indonesia, Nicaragua e che attualmente conta trentaquattro milioni di ricerche alla settimana, cinque milioni di utilizzatori al mese e più di diciassette milioni di alberi piantati a tutt’oggi per un investimento di quasi seimila euro.

Certificata come B-Corporation da B-Labs come azienda che rispetta alte performance di sostenibilità ambientale e sociale, il motore di ricerca pianta-alberi tiene al corrente gli utenti del suo operato con report finanziari e le ricevute per la riforestazione aggiornati mensilmente consultabili sul suo sito.

Per chi si chiedesse se non sia una contraddizione che un’azienda che vuol combattere il cambiamento climatico lavori proprio con un mezzo come internet che consuma molta energia, va detto che Ecosia è “CO2 neutrale”, ossia compensa le emissioni di carbonio causate da server, infrastruttura, uffici e dispositivi degli utenti attraverso progetti attuati da myclimate, fondazione svizzera di protezione del clima impegnata nel campo delle misure volontarie di compensazione della CO2.

Alessandra Buschi per Web Crew