Dropbox, il pioniere tra i servizi gratuiti di cloud storage

Viviamo in un’epoca indiscutibilmente influenzata dal progredire della tecnologia. Sono gli sviluppi del mondo dell’informatica, in particolare, ad aver rivoluzionato molti aspetti della vita collettiva tanto che conoscere il funzionamento di software e dispositivi diventa spesso una condizione fondamentale anche per condurre il proprio lavoro. E non solo.

In tanti si ritrovano a familiarizzare con un’ampia gamma di dispositivi informatici per riuscire a mantenere sempre aperta una porta sul mondo social dentro e fuori casa. Ci ritroviamo così provvisti di un vero e proprio “equipaggiamento” che comprende smartphone, computer, tablet, dispositivi da cui è possibile visualizzare e condividere i contenuti più vari.

Condividere dati, contenuti, informazioni e veicolarli in maniera rapida e sicura diventa un’esigenza avvertita da molti utenti soprattutto per finalità professionali. Strumenti come Dropbox costituiscono allora una risorsa assolutamente rivoluzionaria per gestire cartelle di materiali nello spazio della rete. Vediamo di cosa si tratta.

Negli ultimi anni abbiamo visto nascere una serie di progetti basati sul cloud, una comoda alternativa all’ormai vetusto hard disk esterno, rimpiazzato dalla penna USB e poi ancora dalle minimali schede SD. Questo rivoluzionario sistema si basa sulla condivisione dei nostri dati più importanti, quelli che proprio non vorremmo mai perdere nel dimenticatoio dei dati sul proprio desktop o vogliamo tenere sempre a portata di mano, in uno spazio virtuale e individuale, dove nessuno, tranne noi, può accedere.

Il capostipite della condivisione virtuale dei dati rimane sicuramente Dropbox, che nel corso degli anni è riuscita ad acquisire caratteristiche sempre più innovative, rivoluzionando lo stesso sistema del cloud storage.
La storia della nascita di Dropbox ha quasi dell’incredibile. Il suo inventore, Drew Houston, studente presso il prestigioso MIT nel Massachusetts, ha raccontato più volte ai microfoni degli intervistatori di essere piuttosto sbadato, tanto da aver spesso dimenticato numerose penne USB contenenti dati importanti.

Drew Houston

Da questo problema nacque così l’idea di mettere a punto un sistema per avere sempre a portata di mano i suoi dati personali. Dopo diversi anni di lavoro, nel 2007 fondò la Dropbox, Inc., lanciando la sua innovativa creatura l’anno successivo, durante la rinomata conferenza cibernetica TechCrunch50. Nata in origine con il dominio “getdropbox.com”, venne poi rinominata con l’attuale Dropbox.com.

Nel 2009 Houston riuscì ad ottenere un incontro proprio con Steve Jobs chiedendogli alcuni consigli su come poter migliorare il suo prodotto. Secondo alcune dicerie lo stesso Steve si sarebbe mostrato particolarmente interessato ad acquistare i diritti di quella che sarebbe diventata una vera e propria “gallina dalle uova d’oro”, Dropbox, ricevendo una risposta negativa dal suo creatore. Facendo un salto avanti negli anni, poi, è curioso notare come Dropbox sia riuscita a tener testa abilmente ad iCloud di Apple.

Il successo di questo sistema riuscì a raccogliere sempre più adepti, prima nel settore degli appassionati di tecnologia ed infine anche tra i meno esperti. A simbolizzare il vero e proprio boom di Dropbox citiamo la decisione, nel 2010, del Governo cinese di bloccare agli utenti l’accesso al cloud di Houston, aspetto sicuramente poco vantaggioso per gli affari del suo inventore, ma allo stesso tempo una conferma del suo galoppante successo, che aveva destato sospetti ai piani alti del Sol Levante.

Non a caso, infatti, l’anno successivo Houston firmò un contratto con Softbank e Sony Ericsson, che decisero di dotare i propri dispositivi di telefonia mobile di Dropbox come applicazione preinstallata. Grazie a questo importante passo avanti, il sistema riuscì a raggiungere in poco tempo ben 50 milioni di utenti registrati, passando in soli 4 anni ad oltre 400 milioni.

Dropbox

Sulla scia dell’intuizione di Houston, anche Microsoft e Google decisero di puntare sui propri sistemi di cloud storage, SkyDrive e Google Drive, minacciando l’egemonia commerciale di Dropbox. Anche in questo caso l’astuzia di Drew riuscì a portarlo molto avanti rispetto agli avversari, grazie alla dotazione di spazio virtuale aggiuntivo e alla possibilità di archiviare anche file più grandi, come video o fotografie.
Nel 2012, un altro colosso della tecnologia innovativa, Mark Zuckerberg, decise di affidarsi a Drew Houston integrando Dropbox come possibilità di scambio dei files tra gli utenti di Facebook. Strategia vincente, considerando l’enorme successo raggiunto da Dropbox, che si appresta a mantenere ancora a lungo l’egemonia nel campo del cloud storage, con il suo valore da ben 4 miliardi di dollari.

Ma di cosa si tratta precisamente?

Dropbox è un servizio al quale è possibile accedere attraverso una rapida registrazione, inserendo username e password. In questo modo, ogni utente è in grado di acquisire automaticamente uno spazio virtuale di 2 GB, ampliabile con diverse opzioni.
Per esempio, è possibile effettuare un upgrade a pagamento a Dropbox Pro per ricevere 1 TB di storage, che può aumentare ulteriormente nella versione Business riservata alle aziende. Un modo divertente, ma soprattutto gratuito, è quello di invitare i propri amici ad iscriversi al servizio.
In questo spazio virtuale possono essere inseriti numerosi files, da quelli di testo fino a immagini e video. Ma l’aspetto più interessante rimane sicuramente l’estrema rapidità con cui ogni singolo file inserito risulta automaticamente visualizzabile da tutti i dispositivi dotati dell’applicazione ufficiale di Dropbox.

In parole più semplici, se abbiamo bisogno di trasferire in tempo reale una fotografia dal nostro PC al nostro smartphone, non serve armeggiare con penne USB e trasferimenti bluetooth. Basta scaricare l’applicazione di Dropbox sui nostri dispositivi ed effettuare l’accesso; l’immagine sarà già disponibile per essere visualizzata.

Al tempo stesso, chiunque abbia la necessità, magari per lavoro, di trasferire in maniera rapida qualche file con dei colleghi, potrà farlo in qualunque momento, creando delle cartelle condivise. La praticità di questo sistema di scambio si amplia ulteriormente se consideriamo che ogni utente collegato alla cartella potrà apportare delle modifiche al file, aggiungerne altri o addirittura inserire note e commenti in tempo reale.