Cos’è il Content Shock?

Risale al 2014 la definizione di “Content Shock”, riportata in un articolo del 2014 scritto da Mark Schaefer, una delle figure più autorevoli sulle questioni legate al web marketing contemporaneo e autore di molti best-seller sull’argomento.

È in questo articolo che Schaefer analizza, come subito annunciato, i motivi economici per cui il content marketing, una delle forme di promozione più utilizzate negli ultimi anni sul web, non può rappresentare una strategia sostenibile per molte aziende.

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La sua affermazione nasce dalla dinamica di base che seguono domanda e offerta che, nel caso del content marketing, viene oggi a trovarsi in una situazione particolare, in quanto la quantità di contenuti disponibili (e quindi l’offerta) e quella dei contenuti consumati (la domanda) non vanno di pari passo.

Il grande affollamento di contenuti che oggi caratterizza il web e che continua ad aumentare a ritmo esponenziale, non si accorda infatti, secondo l’autore, ai contenuti che possono essere “consumati”, ovvero letti, dagli utenti. La domanda, quindi, in questo caso, può ritenersi finita, mentre l’offerta si presenta in continuo aumento.

È questo che, secondo Schaefer, causa quello che lui ha denominato “The Content Shock”, ovvero la situazione in cui marchi e aziende dovrebbero “pagare” sempre più in promozione per far sì che, vista la capacità limitata di poterne leggere di più, un contenuto sia letto da un numero stabile di persone (e, di conseguenza, sempre meno chi scrive i contenuti).

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Benché l’entità dei contenuti che vengono oggi consumati quotidianamente sul web sia di molto aumentata nel tempo grazie anche al massiccio utilizzo dei dispositivi mobili, l’ipotesi di Schaefer è quella di un limite di consumo di contenuti che non può comunque essere superato, considerando inoltre che ci si trova in un’epoca in cui è sempre più difficile che un contenuto faccia la differenza rispetto ad altre strategie di marketing.

La sua tesi, che nel 2014 prediceva la morte del content marketing, ha al tempo suscitato una notevole discussione, alla quale egli ha successivamente risposto sia utilizzando il suo blog sia dando alle stampe, due anni dopo, il volume The Content Code, offrendo in alternativa allo shock da contenuti sei strategie, focalizzandosi su nuove modalità con cui creare una competenza nella trasmissione dei contenuti e trovando motivazioni propositive per affrontare il cambiamento da lui ipotizzato, cercando soluzioni innovative che possano adeguarsi alla dinamica di domanda e offerta che oggi governa ogni sistema economico.

Alessandra Buschi